Thursday 13 August 2009

la pattumiera dei ricordi abbandonati

" Nonno, guarda qui !!"
" Che cosa c'è Lucio ? "
"' un ricordo che ho trovato !! Guarda , guarda!"
Il nonno sfoglio' il quaderno con le dita callose, lo percorre con gli occhi lucidi, emozionati come sempre. Con cosi' tanti ricordi percorsi e scoperti quegli occhi non si asciugheranno mai !
La grafia é di una ragazzina di 12 anni, di nome Guillermina, scriveva storie su quel quaderno, storie di persone che si trovavano in difficoltà e che riuscivano a tirarsi di impaccio in finali sempre inverosimili guidati dall'ostinazione e dalla certezza che tutto dovesse andare a finire bene.
E poi ecco una composizione letta di fronte a una classe di 30 altri ragazzini sguaiati, che ridevano e sghignazzavano senza sapere perché al seguito delle battute del loro professore. La ragazzina rimaneva seria con la sua composizione scritta a mano , in piedi di fronte a quell'esercito di ingenui crudeli, e manteneva un profondo e tagliente disaccordo con le parole del suo professore.
E mentre stava li' in piedi, facendo conoscenza con l'incomprensione, Guillermina seppe che non avrebbe piu' scritto storie . Non aveva bisogno di ripeterselo nella sua testa, nessuno avrebbe capito le sue storie, nessuno avrebbe avuto il coraggio di rincorrere la sua fantasia che palpitava.
Il nonno chiuse il quaderno e sospiro'.
"Nonno- esclamo' Lucio- possiamo riparare questo ricordo ? cosi' la ragazzina scriverà di nuovo?"
"Non possiamo ripararlo, Lucio, questo é un ricordo da lasciare inciso nella memoria, un ricordo da ricordare di aver vissuto per sapere chi si é e che cosa si puo' fare."
Il bimbo lo guardo' , non aveva l'aria di capire quel punto di vista e gli dispiaceva pensare che rovistando non avrebbe piu' trovato altre storie di quella ragazzina, in fondo si annoiava un po' li' dove vivevano in certi pomeriggi di inverno. Guardo' il nonno e disse "Nonno, guarda quest'altro ricordo!" E prese una vecchia bicicletta , avrà avuto 50 anni oppure forse solo 20. Il nonno la prese, suono' il campanello e fece sedere il bimbo su una tavoletta di legno tra il manubrio e il sellino. Iniziarono a girare lentamente attraverso la pattumiera in mezzo ai ricordi buttati li' da tutte quelle anime . Alcuni ricordi erano solo grigi, altri bruciavano come fuochi e come incendi, alcuni erano oggetti rubati e sbigottiti di ritrovarsi li' . Nella valle della musica si sentivano bisbigliare voci , voci che annunciavano verità parziali e voci incredule che continuavano a chiedere. I singhiozzi erano attutiti nell'atmosfera dall'acqua del ruscello che scorreva e risucchiava passando tutto quel coro di sgomento.
A un certo punto il nonno si fermo' e Lucio chiese perché la ruota posteriore non fosse perfettamente rotonda. Il nonno rispose che la bici era appartenuta a un vecchio signore, un nonno anche lui, e un giorno la bici scappo' di mano a quel signore o forse lui la lascio' andare per restituirle la libertà . Solo che dietro la curva della libertà passava un'automobile qualunque in un pomeriggio di estate. La famiglia non  volle recuperare la vecchia bici per non dover ricordare quel giorno e quella curva della loro vita. Li faceva sentire un po' colpevoli di non aver potuto prevedere quella curva . E poi il nonno stette un minuto in silenzio e poi disse "Lucio vieni qui e suona il campanello". E Lucio vide di colpo una sala piena di musica, di valzer, di tango e di una cosa strana che la gente chiamava two step.
Vide un signore con la scoppola in testa che faceva volare sulle loro scarpe ortopediche delle altre vecchie signore. Tutte malandate quando erano sedute, in piedi sembravano non aver mai smesso un secondo di danzare da quando erano venute al mondo. Senti' le risate timide e sommesse dei vecchietti, che non vogliono far troppo sentire ai loro figli che si divertono un sacco. Lucio guardo' il nonno con gli occhi sgranati di fronte a tutta quella musica di suoni e di persone che era uscita dal campanello . Il nonno gli disse di tornare a sedersi sulla tavoletta e mentre si sedeva Lucio vide due bambine con un impermeabile che si sedevano anche loro su quella tavoletta quando il vecchio signore le portava a scuola. Come a Lucio ora, anche a quelle bimbe un tempo un giro sulla tavoletta della bici, sembrava un giro nella piu' fantasmagorica giostra.
"Nonno questo ricordo abbandonato , forse é brutto ma é pieno di altri ricordi stupendi ..."
Il nonno guardo' la bici e sospiro' "Lucio, spesso si ha cosi' paura di soffrire che si vuole dimenticare quello che accompagna un brutto ricordo, quello che c'era prima. Sai, la gente é molto ostinata a voler dividere il brutto dal bello come se nella vita si potesse dividere la pioggia dal sole".
"Nonno, non c'é bisogno di riparare questo ricordo vero?"
"No, ritornerà da solo a chi lo cercherà"
"Nonno, é quasi sera!"
Il nonno prese allora da un baule che era stato buttato li ' e sembrava ancora piu' malandato una fisarmonica e comincio' a suonare, mentre Lucio era tornato a correre e cadeva e rideva sul ciglio del fiume. A un tratto Lucio si fermo' capendo che quello era il momento.
La musica del nonno aveva percorso tutta la vallata, e i bisbiglii, i sussurri, i singhiozzi e l'acqua si levarono a accompagnare la fisarmonica in una dolce sinfonia che cominciava a sembrare una ninna nanna.
E da tutta la vallata della pattumiera dei ricordi abbandonati, iniziarono a salire tante piccole luci, tremolanti e allegre cominciavano a salire sempre di piu'. Via via che la notte scendeva le lucine si alzavano e giocavano in una danza incantata mentre salivano in cielo.
Lo spettacolo finito le stelle brillavano alte nel cielo e negli occhi di coloro che volevano guardarle, di solito erano sempre innamorati che cercavano la strada per arrivare a casa.
La ragazza di sveglio' di colpo dalla lunga siesta sul sedile dell'aereo, e stiracchiandosi penso' che le aveva fatto proprio bene dormire. Quasi aveva l'impressione che i brutti ricordi che aveva accumulato nell'anno trascorso fossero usciti dai suoi pensieri mentre dormiva e si fossero persi nelle nuvole che l'aereo attraversava. Come se ora fosse piu' leggera.
Con quell'entusiasmo del risveglio penso' che magari se avesse acceso il cellulare avrebbe trovato quel messaggio che aspettava da tanto, di scuse e di promesse.
Guillermina sorrise pensando che tanto la vita sembrava essere sempre un intreccio indistricabile di speranza e delusioni. Un caleidoscopio di dolce e amaro, che non ci si stanca di guardare per trovare una nuova sfumatura. Era pero' bello pensare che la vita fosse questa spirale, era una bella sensazione, si disse che magari avrebbe cercato di scriverlo , erano ventanni ormai che non scriveva piu' storie ma in fondo perché no...

Thursday 6 August 2009

Un giorno un bicchiere di champagne ti aspetta su un tavolo al bordo della pista.
Nel frattempo per le strade il caldo dell'estate sfuma tra terrazze e tavoli traboccanti di risate e bicchieri di vino... Sembra di essere soli a percorrere le viuzze mentre la luce scende dai lampioni sempre piu' fioca , poi si arriva e per caso qualcuno ti aspetta per chiacchierare gli ultimi minuti fino a mezzanotte, fino all'ultima danza.
Passa l'ultima milonga dell'estate , e si vola sulle note assieme alle altre coppie e qualche spettatore. La sala é rossa di  luci basse e  volants delle signore ... E mentre i prof provano la coreografia si balla l'ultimo gancho e l'ultimo tacco su un boleo . Le caviglie rincorrono i fiori del vestito ... E poi via, la bottiglia é finita e l'estate é iniziata . Si promette cosi' un'estate : su uno champagne, su un paio di tacchi alti e su una portiera di mercedes che si chiude .